Si fa un gran parlare di grano canadese glifosato. La situazione è tutt’altro che positiva, e l’utilizzo di questo grano può porre diversi rischi per la nostra salute. Almeno questo è ciò che traspare da diverse cause in corso proprio contro chi utilizza il glifosato.
Nelle prossime righe cercheremo di darvi una esaustiva panoramica sulla situazione.
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Grano canadese glifosato: un tema attuale
Le temperature del Canada sono molto rigide, ben diverse da quella a cui siamo abituati. Il grano ha bisogno di sole e di calore per crescere in maniera rigogliosa, ed è questo il motivo per cui la Sicilia è stata considerata nei secoli un vero e proprio “granaio”.
Per questo la crescita di così tanto grano in Canada può risultare davvero strana. Il motivo è presto detto: nonostante la neve le piante riescono a crescere perché sono piene di glifosato e di altri agenti chimici, come pericolosi pesticidi.
Nello specifico il glifosato è ritenuto da molti una sostanza che può causare tumori, ed è contenuto in diversi pesticidi. In tutto il mondo sono in corso di svolgimento cause intentate da chi sostiene di aver sviluppato patologie proprio a causa di questo composto chimico.
Per questo oggi è importante rivedere gli attuali accordi con il Canada. L’obiettivo principale è evitare che tali accordi commerciali permettano l’importazione e la diffusione all’interno dei nostri prodotti alimentari di elementi nocivi come il glifosato.
Perché è importante scongiurare questa ipotesi
Già in precedenza il grano canadese con il glifosato arrivava in Europa, ma con i nuovi accordi commerciali tale quantità è aumentata in maniera esponenziale. Addirittura la Coldiretti segnala che nel 2020 le importazioni di grano canadese sono aumentate del 96%. Si tratta di grano che viene macinato e mischiato a quello prodotto in Italia, e per questo potenzialmente dannoso per la salute di tutti noi.
Inoltre bisogna considerare un altro fattore: l’assenza di questo grano dal nostro mercato potrebbe dare nuova linfa a tutto il settore. Per riempire la potenziale assenza di grano si potrebbero tornare a coltivare tutti i terreni lasciati attualmente incolti, perché la produzione non viene più considerata conveniente a causa della concorrenza.
Si tratta così di un circolo davvero virtuoso che potrebbe favorire sia i produttori che i consumatori. Per le aziende si tratterebbe di una nuova prospettiva di crescita, con cui creare tanti posti di lavoro, e sulle nostre tavole avremmo prodotti davvero sani e genuini.
Purtroppo ad oggi neanche le normative canadesi vengono in nostro aiuto. Le norme prevedono un rapporto tra glifosato e grano in 5 ppm (parti per milione). Bisogna quindi rivolgersi alle istituzioni italiane e europee. Sono già molti gli esperti del settore che si sono esposti contro l’importazione di questo grano.